Grazie a tutti, e ora ripensiamoci…

Note a caldo, prendetele per quello che sono.

Difficile trovare note positive in questa tornata elettorale, che ha visto la schiacciante prevalenza del voto leghista. Per quel che mi riguarda, non può certo consolarmi l’ottimo dato personale (1.143 preferenze, di cui oltre 550 a Vicenza città) visto il quadro generale che si è andato profilando con lo scrutinio delle schede. Ringrazio di cuore tutte e tutti quelli che mi hanno sostenuto, e che hanno reso possibile questo lusinghiero risultato. Sono dispiaciuto maggiormente per loro, che così generosamente si erano mobilitati.

Oggi è un altro giorno, e i problemi che avevamo tentato di sottolineare durante la campagna elettorale rimangono tutti sul tappeto.
Dalle questioni energetiche (sono curioso di capire come andrà il contenzioso tra Luca Zaia ministro che a Roma vota a favore del nucleare, e il Luca Zaia Governatore pronto a dire, in maniera alquanto bizzarra e schizofrenica “le centrali mai a casa mia”), alle problematiche legate all’assalto distruttivo del territorio e dei beni comuni; per non parlare della collocazione del Veneto nelle reti lunghe della globalizzazione che confligge pesantemente con la chiusura identitaria di marca leghista. Voglio capire come si tradurrà praticamente il tanto conclamato federalismo in salsa leghista, quello del “paroni a casa nostra”. Per chi, come me, fa (orgogliosamente) parte dello straordinario movimento contro il Dal Molin a stelle e strisce, slogan come questi fanno sinceramente ridere.

La prova negativa di IDEA è figlia di vari fattori. L’essere partiti in ritardo, con un simbolo nuovo da far conoscere in assenza pressoché totale di mezzi economici (e questo rende ancora più importante il lavoro svolto da quei tanti che mi sono stati al fianco in queste settimane, e che non finirò mai di ringraziare), senza aver avuto la possibilità di trasmettere ai cittadini la sensazione che IDEA nascesse come sperimentazione di un nuovo modo di far politica, capace di andare oltre steccati e griglie ideologiche consolidate, ci ha penalizzato oltremisura. Se ci mettiamo anche il trascinamento verso il basso dell’intera coalizione, il gioco è fatto.
Sarei però uno sciocco se non capissi che si chiude una lunga fase politica, quella che ho vissuto dentro ai Verdi per come li avevo e avevamo conosciuti. Questo non significa chiudere baracca e arrivederci. Troppi sono i capitani coraggiosi che alla prima difficoltà abbandonano nave ed equipaggio. Il problema che mi pongo, e che sarà oggetto di una riflessione collettiva, è se dentro una crisi generale della politica rappresentativa, in cui basta urlare un vaff… più forte per guadagnare un consenso spesso forcaiolo e molto mediatico, c’è spazio per un soggetto politico capace di misurarsi con le contraddizioni del nostro tempo, così come ha brillantemente fatto Europe Ecologie in Francia, ad esempio.

Un abbraccio a tutt@  

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